martedì 27 maggio 2014

Comunicazione importante




Ennesimo rinvio per la prima udienza sul riconoscimento del lavoro di cura del familiare caregiver presso il tribunale di Milano. La causa si svolgerà Martedì 15 Luglio alle ore 10.30  il Tribunale di Milano - Sezione Lavoro - Via Pace, 10.

Si informa inoltre che è stata depositata presso il Tribunale di Palermo istanza per anticipare la data della prima udienza in modo di discutere il ricorso in tempi paralleli alle analoghe cause pendenti.

8 commenti:

  1. apprezzo il tentativo di agire per via giudiziaria ma mi permetto di consigliare anche vie più facilmente percorribili.
    Non tutti possono assistere 24 un invalido grave o per possibilità fisiche o per necessità lavorative e devono perciò ricorrere a turni di badanti. Occorre cioè organizzare un struttura sanitaria casalinga con un unico assistito! Nessuna struttura pubblica o privata potrebbe sostenere i costi di un unico assistito! Chiediamo alle Autorità consigli su come organizzare una miniclinica, con turni di personale addetto! Facciamoli uscire fuori dai luoghi comuni!
    Attenti che assistere direttamente persone invalide che abbisognano di assistenza senza averne le capacità professionali è un reato.
    audiover@libero.it

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  2. Sta scherzando, vero? Probabilmente non ha idea di chi sia un familiare caregiver, della enorme capacità professionale che acquisisce esclusivamente nella cura del proprio caro (capacità professionale UNICA perché adattata perfettamente a quell'unica persona a cui è rivolta improntata su una motivazione all'apprendimento ed all'adattamento che è stato da sempre il motore principale di qualsiasi evoluzione umana- scientifica, tecnologica, economica, culturale ecc-) e, probabilmente, non ha nemmeno idea dell'enorme dispendio economico che viene fatto in un assistenza istituzionalizzante con uno spreco di risorse a fronte di una condizione ed una qualità di vita sicuramente inferiore per la persona assistita che viene privata di ciò che è ESSENZIALE per ogni essere umano: le proprie relazioni affettive. La invito a leggere meglio questo blog dove più volte si è trattato dell'argomento.

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    1. Infatti non tutti possono per motivi di lavoro, resistenza fisica o altro assistere 24 ore al giorno una persona. E' riferita a queste persone il mio intervento. Non certo ai caregiver "professionali". A volte capita che l'invalido grave non abbia la fortuna (per lui, non per chi lo assiste) di avere un parente che lo possa assistere 24 ore e pertanto occorre predisporre turni di badanti sulle 24 ore, con costi unitari del servizio assistenziali insostenibili. Un'assistenza casalinga non può infatti sfruttare le economie di scala di una struttura ufficiale dove ad esempio un OS assiste 8-10 persone. Nella struttura casalinga c'è un rapporto di uno a uno! Io conosco il problema perché pur non non mandare mia madre e mia suocera entrambe gravemente invalide in un ospizio gestisco 5 badanti con due stipendiucci da insegnante (ovviamente in nero).
      Chiedo comunque scusa di aver disturbato con la mia proposta sovversiva di fare uscire le autorità dai luoghi comuni crca l'obbligo dei parenti di rovinarsi economicamente e fisicamente senza aiuti da parte di chi è preposto a darli rovinando spesso le proprie famiglie e mettendo in pericolo di assistenza inadeguata l'invalido e sconfinando nell'illegalità con contratti in nero e senza tutele.
      audiover@libero.it

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    2. probabilmente non hai compreso bene in cosa consiste la battaglia legale per la quale è nato questo blog. Ti invito, sul serio, a leggerlo perché da ciò che scrivi si capisce che hai proprio sbagliato il bersaglio. Detto ciò rispondo sinteticamente al tuo ultimo commento:
      1. nessun essere umano è in grado di prestare una qualsiasi attività lavorativa per 24 ore di seguito: costringere un essere umano a farlo è una gravissima violazione dei diritti umani ed anche un reato di induzione in schiavitu'
      2. i costi dell'istituzionalizzazione sono sempre e comunque molto piu' elevati dell'assistenza a domicilio perché riguardanon solo in minima parte gli stipendi erogati per il personale assistenziale (e c'è anche da notare che in genere è soprattutto su quello che tagliano a scapito del benessere e della qualità di vita dell'assistito). A parità di retribuzione degli assistenti quella domiciliare è sempre e comunque piu' vantaggiosa sia per l'assistito che per lo stesso assistente e per la tutela delle sue condizioni di lavoro,
      3.l'istituzionalizzazione è sempre e comunque una condizione alienante e degradante per qualsiasi essere umano per cui anche dove manca una rete familiare è indispensabile, per il rispetto dei diritti umani della persona che ha bisogno, creare condizioni che permettano un adeguata rete relazionale. Quindi appartamenti di supporto comune e a conduzione familiare. Questo se l'intenzione è quella di GARANTIRE assistenza e qualità di vita. Se, al contrario, l'intenzione è, invece, quella di utilizzare il bisogno assistenziale per garantire introiti e guadagni ad alcune imprese che nel sociale hanno creato un vero e proprio impero.

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    3. Hai ragione, ho sbagliato blog. Questo riguarda i caregiver professionali e io sono un semplce familiare di persone gravemente invalide e che deve lavorare per perceperi lo stipendio per devolverlo alle badanti visto che Comune e ASL non ne vogliono sapere di fare il loro lavoro. Chiedo scusa per il disturbo.
      audiover@libero.it

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  3. la cosa incredibile e che con questa tua risposta hai ancora una volta dimostrato che non solo non hai letto nemmeno di sfuggita questo blog ma non non ti sei spesa nemmeno a leggere le mie risposte....questo modo di lamentarsi a senso unico non apre le porte anzi, piu' spesso le chiude. Le persone con disabilità hanno dei diritti ed uno dei principali doveri dei caregiver familiari è agire perché tali diritti siano rispettati. Quindi se comune o asl vìolano i diritti dei nostri famigliari è un dovere dei famigliari imporre loro il rispetto del diritto all'assistenza che non può essere delegato totalmente alla famiglia. In una nazione civile il percorso giudiziario è lo strumento che i cittadini hanno per imporre alle istituzioni il loro dovere, visto che, come hai detto all'inizio del tuo commento, ritieni che il tuo familiare starebbe meglio ricoverato imponi attraverso l'intervento giudiziale, ai servizi sociali di trovare una struttura adeguata.

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    1. Come ho già scritto, pago 5 badanti per non mandare mamma e suocera negli ospizi visto che li ho già sperimentati e peggiorano i problemi. Devo purtroppo darti una brutta notizia. L'ammontare degli stanziamenti che i Comuni prevedono per l'assistenza agli invalidi sono decisi dai consigli comunali quando approvano i bilanci preventivi. Quindi un eventuale giudice non potrebbe mai condannare un consiglio comunale perchè non ha stanziato abbastanza fondi! Il consiglio comunale è un organo politico ed è sovrano nel decidere l'ammontare delle spese. Secondo me, occorerebbe fare fronte comune per sollecitare a livello mediatico e politico una maggiore attenzione (e fondi) verso i problemi degli invalidi e delle rispettive famiglie. Ma temo che anche questa mia libera espressione del pensiero mi costerà un attacco di acidità...
      audiover@libero.it

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    2. Ultimamente il Giudice, in Appello, ha condannato un importante comune del Nord-est ( la sentenza è disponibile su internet) a risarcire i parenti di un'anziana persona invalida, ricoverata in una struttura, in quanto mentre per una persona anziana la casa di riposo potrebbe essere una scappatoia per i parenti al fine di "liberarsi" dell'anziano, quando questo anziano è una persona invalida che necessita di prestazioni sanitarie queste attengono al contesto sanitario/medico garantito dalla Costituzione e quindi, qualora la persona invalida non abbia i mezzi necessari, debba essere l'istituzione a farsene carico liberando da tale onere i familiari.
      Detto questo io ritengo che la casa di cura sia l'ultima soluzione e che sia necessario garantire alla persona con disagio grave la possibilità di essere curata dalle persone a lei care e vicine. E allora spesso il percorso giudiziario resta la sola soluzione, purtroppo.

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