FAMILY CAREGIVER: UNA CATEGORIA DI CITTADINI IN SCHIAVITU'
E’ entrata nella fase più calda una iniziativa che negli ultimi mesi ha fatto molto parlare di sé per il percorso innovativo che essa rappresenta. Si tratta del ricorso collettivo avviato per richiedere il riconoscimento della figura del Family Caregiver e di tutele e diritti alla stessa figura collegati.
Il Family Caregiver è colui – ma molto più spesso colei - che si occupa in ambito domestico di un familiare affetto da grave disabilità, una figura fondamentale per il tessuto sociale, in Italia del tutto misconosciuta, nonostante tutti i Paesi Europei ne riconoscano, invece, l’altissima rilevanza con leggi e provvedimenti specifici.
Dopo un’attesa di quasi vent’anni, durante i quali il Parlamento italiano non è riuscito a legiferare nemmeno sul prepensionamento dei Family Caregiver, nonostante in tutte le passate Legislature centinaia di Parlamentari avessero caldamente appoggiato il provvedimento, su iniziativa di due familiari caregiver molto agguerrite, Chiara Bonanno e Maria Simona Bellini, si è deciso di passare ad azioni concrete.
Dopo svariati mesi dedicati all’organizzazione e allo studio della strategia legale, elaborata dall’Avvocato Marco Vorano di Venezia, che si sta peraltro occupando anche dei noti ricorsi sulle cure con cellule staminali, e con la convinta partecipazione di migliaia di persone che vivono in prima persona questa particolare condizione di vita, i ricorsi verranno a breve depositati nei Tribunali di Milano, Palermo e Roma.
Con un’anticipazione: da ogni angolo d’Italia stanno infatti partendo migliaia di lettere indirizzate all’INPS, con le quali i Family Caregiver chiedono che vengano finalmente riconosciuti loro, i diritti più elementari rispetto al proprio impegno di assistenza e cura che può protrarsi anche 24 ore su 24 per 365 giorni l’anno.
“Dato che lo Stato volutamente ci ignora, pur sapendo a quale impegno siamo sottoposti e quanto rappresentiamo per il welfare italiano – afferma Maria Simona – i nostri diritti andremo a reclamarli nei Tribunali e siamo molto ottimisti. Crediamo che la Giustizia del nostro Paese non potrà ignorare che l’Italia è l’unico Paese occidentale a non aver mai legiferato in favore dei Family Caregiver.”
“Stiamo cambiando la storia di questo Paese – prosegue Chiara – e per la prima volta un folto gruppo di cittadini, senza padrini e sotto alcuna bandiera, reagisce, in modo forte ma civile, alle prepotenze di uno Stato volutamente assente. La nostra è una condizione al limite del mancato riconoscimento dei più elementari diritti umani, in certi casi assimilabile addirittura alla schiavitù.”
A breve nuovi incontri verranno organizzati nelle città sedi dei Tribunali dove verranno depositati i ricorsi, informano le organizzatrici, mentre il tam-tam delle famiglie procede senza interruzioni sui social network, si intrecciano email, si moltiplicano le telefonate per informarsi e scambiare esperienze, nell’attesa che la politica italiana esca dal torpore per offrire risposte concrete ad una tra le fasce più invisibili e fragili della popolazione italiana, quella dei Family Caregiver.
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