mercoledì 19 ottobre 2022

LA PROFESSIONALIZZAZIONE DEL CAREGIVER FAMILIARE

 

Insomma, la Regione Lazio fa sapere che hanno istituito dei Corsi professionali per insegnare al caregiver familiare come svolgere una prestazione assistenziale.
 
INSEGNARE
A SVOLGERE
UNA PRESTAZIONE ASSISTENZIALE.
 
Da leggere soffermandosi su ogni parola.
 
Ok, ma in fondo che c'è di male?
 
Quanti familiari si trovano smarriti, da non saper dove mettere le mani, davanti al loro caro quando acquisisce una disabilità?
 
Analizziamo con calma questa osservazione, vi va?
 
C'è una persona che acquisisce una disabilità, alla nascita, in età adulta da anziano...
Prendiamo l'esempio di una demenza, che è una condizione molto diffusa....
Cos'è una demenza?
Clinicamente una demenza è una condizione non stabilizzata.
E' una condizione ingravescente.
E', dunque, una condizione che peggiora giorno dopo giorno, a volte lentamente, a volte in maniera drastica.
Può un corso di nozioni generalizzate sull'assistenza di una patologia preparare, anche solo lontanamente, a questo graduale, ma anche complesso, peggioramento?
 
NO.
 
Non lo può fare nemmeno con chi opera professionalmente.
Tanto è vero che, a livello legislativo, questi pazienti possono essere affidati a professionisti di neo formazione esclusivamente all'interno di un equipe, che possa affiancarli negli interventi appresi in linea teorica.
E quindi?
Cosa sono questi corsi?
A cosa servono?
A "chi" servono?
 
Semplice: servono a ratificare l'ABBANDONO ISTUTUZIONALE delle persone non autosufficienti e dei loro familiari.
 
Una formazione diretta sul proprio familiare, ogni caregiver può riceverla, in maniera realmente efficace, quando viene AFFIANCATO da professionisti nell'assistenza.
affiancato da professionisti di cura, non abbandonato.
 
Professionisti che, ovviamente, siano preparati e conoscono bene la persona che assistono, perché sono in CONTINUITA' DI CURA

 
Eh....ma è proprio questa cosa qua che manca, è proprio questo il contesto di abbandono istituzionale della persona non autosufficiente!
 
Non esiste alcuna continuità di cura, sotto nessun aspetto.
 
Anzi, esiste l'abbandono istituzionale che crea angoscia e smarrimento nel familiare!
 
La persona non autosufficiente viene letteralmente abbandonata al proprio caregiver familiare.
 
Questi Corsi servono esattamente a questo: ad ABBANDONARE la persona non autosufficiente.
 
Ma approfondiamo ancora meglio:
chi è il Caregiver Familiare?
 
E' una persona che fa una Prestazione Assistenziale?
La cura svolta dal caregiver familiare è una Prestazione Lavorativa?
 
Cos'è una Prestazione Lavorativa?
Una prestazione lavorativa è un attività retribuita in un contesto di tutela.
 
Ahhhhh!
 
Ecco....quindi, decisamente, non è una prestazione lavorativa quella del caregiver familiare!!!
 
Non esiste nessuna retribuzione (manco col salario minimo)...
Eh lo so che molti vorrebbero far passare quegli scarni ed indecorosi interventi di sostegno al reddito delle famiglie in condizioni di estrema fragilità, come un "incremento reddituale"!
Ma...mie cari, mi spiace far presente che i bonus, i sussidi, i "cash assistance" non hanno nulla a che vedere con ciò che si definisce reddito: è perfino incostituzionale considerarli "incrementi reddituali" se non si vuole totalmente sovvertire il fondamento dell'Uguaglianza su cui è basato ogni Stato di Diritto che, proprio su questa base colma lo svantaggio dei cittadini in condizioni di fragilità erogando supporti assistenziali.
O almeno "dovrebbe"...
 
Ma oltre a questo c'è di più.
 
C'è il fondamento stesso del concetto di lavoro che non può essere in alcun modo essere sovrapposto a quello che viene internazionalmente definita una "condizione di schiavitù ".
 
Il lavoro è un attività che viene svolta in un regime di tutele.
 
Quali sono queste tutele?
 
  • Un orario di lavoro prestabilito che, nelle 24 ore non può superare le 13 ore consecutive (dedotte le PAUSE PASTO), GARANTENDO almeno 11 ore di riposo.  
                                         U N D I C I     O R E     D I      R I P O S O
  •  Ogni 7 giorni, ci devono essere almeno 24 ore consecutive libere, da cumulare alle 11 giornaliere, quindi in totale 35 ore.
  • Il Diritto alla Malattia, ovvero il diritto/dovere di non effettuare alcuna prestazione lavorativa per tutta la prognosi certificata di malattia.
  • La Tutela assicurativa obbligatoria degli infortuni.
Queste sono le tutele di base per individuare una prestazione lavorativa.
Tutto quello che è al di fuori di questo contesto non è una prestazione lavorativa.
 
Quindi il Caregiver Familiare, lo sappiamo bene noi spremuti fino all'ultima goccia di vita, non sta lavorando.
 
E quindi qual è il ruolo di un caregiver familiare?
 
Il volontariato?
Eh...vi piacerebbe!
Invece no, perché in Italia il Volontariato risponde ad un contesto chiarissimo di tutele e di limiti, addirittura ancora più stringente di quello lavorativo, proprio perché in passato tanti furbetti hanno approfittato di condizioni di becero sfruttamento di mano d'opera fatto passare per volontariato!
 
Ma quindi...chi capperi è il Caregiver Familiare?
 
L'ONU - non una robetta qualsiasi, ma l'Organizzazione delle Nazioni Unite - lo definisce una condizione di fragilità che ha bisogno di tutele specifiche assimilabili a quelle del famigliare non autosufficiente che assiste.
 
Quindi no, non è legittimo abbandonare un caregiver familiare, come non è legittimo abbandonare una persona non autosufficiente.
 
Lo si deve affiancare nel suo ruolo di cura, anche attraverso un apprendimento che possa far fronte ad interventi emergenziali sul proprio congiunto.
 
Interventi emergenziali.
 
Quindi non  in sostituzione dell'assistenza.
 
Ma in correlazione all'assistenza.
 
NON una professionalizzazione generalistica ma un Affiancamento Formativo specializzato sul proprio familiare.
 
Perché la condizione di Caregiver Familiare non è una condizione che si sceglie,  come si fa con una professione.

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